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settembre 2013

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Confagricoltura

Piemonte

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

Attività di informazione anno 2012-2013 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla Misura 111.1 sottoazione B

Informazione nel settore agricolo del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Piemonte

un punto critico importante: la pianta non sintomatica può essere comunque infettiva. La seconda è appunto legata alla presenza di vite spontanea negli incolti nei quali l’insetto vettore trova rifugio (in queste aree non è ammesso effettuare trattamenti), trova nutri-mento (l’insetto si nutre esclusivamente della linfa della vite) e trova fonte di infe-zione. Noi tecnici siamo del parere che se tutti avessero seguito le regole fin da subito ora forse ci troveremmo nella situazione meno grave, che necessiterebbe meno tratta-menti insetticidi (inizialmente quelli obbli-gatori erano due).

Cosa è mancato negli anni e cosa quindi ci si propone che venga realizzato nel futuro? Quello che è davvero mancato è fare squadra a livello di territorio: monitorare l’insetto vettore per capire quando intervenire per evi-tare di sprecare insetticida e per verificare che il trattamento fosse efficace in modo coordi-nato e contemporaneo nei vari comprensori viticoli, sull’esempio dei modelli di lotta francesi: in Francia sicuramente il problema non è risolto ma almeno è sotto controllo grazie all’impegno dei Gruppi di Azione Lo-cale che sovraintendono a tutte le attività di taglio delle viti infette e monitoraggio del vettore. Queste attività sono svolte al 90 % da gruppi di viticoltori volontari e cittadini vo-lontari. Anche da noi contro la Flavescenza è importante fare squadra: i viticoltori devono lavorare insieme, devono collaborare fra loro, devono capire quando c’è l’insetto per fare il trattamento nel momento giusto pro-prio per rispettare l’ambiente, preservare la salute e rispettare le api.

Questo è quanto stiamo facendo a livello provinciale monitorando vigneti in tutte le zone vitate dell’alessandrino, segnalando at-traverso bollettini le epoche ottimali per i trattamenti. Certamente abbiamo ancora molto da migliorare a livello di comunica-zione, anche se abbiamo purtroppo verifi-cato che “non esiste peggior sordo di chi non vuole ascoltare”: Gli articoli usciti lo scorso 26 agosto su questo giornale ne sono l’esempio più lampante e sono giustificabili, anche se non condivisibili, solo se si tiene ben presente la disperazione e la frustrazione di viticoltori che in questo settore operano, al quale dedicano il proprio tempo e affidano le speranze di crescita e soddisfazione di tutta una vita.

Non è però abbassando la guardia e lascian-dosi andare al lamento impotente che questa battaglia, che è di tutti, viticoltori, tecnici e ri-cercatori, può essere vinta!

Purtroppo non esistono soluzioni facili e im-mediate: se manca anche la consapevolezza che la strada da percorrere in modo unitario è quella dei trattamenti e dell’asportazione della vegetazione o, nei casi più gravi, dell’in-tera pianta ammalata, la convivenza con la

Flavescenza sarà molto difficile.

In questi anni anche la ricerca sta tentando nuove strade di intervento, quali l’identifica-zione di molecole e microrganismi antago-nisti alla diffusione del fitoplasma nella pianta, lo sviluppo di cloni di vite tolleranti oppure di insetti che contrastino lo Scaphoi-deus titanus; purtroppo soluzioni immedia-tamente applicabili e risolutive per ora non ci sono e questi campi di ricerca sono in una fase iniziale.

Anche se lo scoramento è grande e compren-sibile, occorre che la lotta alla flavescenza sia combattuta attraverso gli interventi che oggi sappiamo essere decisivi: trattamenti, effet-tuati da tutti i viticoltori, il più possibile con-temporaneamente per comprensorio; estirpo delle piante ammalate e eliminazione della vegetazione sintomatica; cura e pulizia degli incolti ove la vite selvatica è fonte di infe-zione. Tutti dobbiamo fare il nostro compito fino in fondo: anche attraverso campagne di informazione corrette e esaurienti.

Pagine a cura di Marco Visca

Valorizzazione del frumento alessandrino

L

unedì 9 Settembre si è tenuto presso la Camera di Commercio di Alessandria il quinto convegno organizzato nell’ambito del progetto di valorizzazione del fru-mento alessandrino di qualità, attraverso il quale sono state messe in luce le pecu-liarità del grano prodotto in Provincia di Alessandria nella campagna 2012-2013 e le ca-ratteristiche della sua filiera.

Un breve saluto da parte di Piero Martinotti , Presidente della CCIAA di Alessandria e su-bito il primo intervento di Costanzo Alessandro di Cadir Lab, che ha illustrato i risultati della sperimentazione svolta in collaborazione con i tecnici delle OOPPAA, i dati quali-tativi e quantitativi ottenuti dalle analisi e l’elenco delle varietà consigliate per la semina della prossima stagione.

A seguire è stata data la parola ad alcune tra le più importanti ditte sementiere: Apsovse-menti, Syngenta, Limagrain, S.I.S. e Florsem.

Importante ospite il Dr. Villani , membro dell’Associazione Granaria Emiliana Roma-gnola/Borsa merci di Bologna, che ha illustrato le caratteristiche del mercato dei cereali con riferimento a qualità e quantitativi scambiati, con un cenno interessante agli stru-menti contrattuali di riferimento.

Ultimo, ma non meno importante, l’intervento di alcuni membri di Cadir Lab, Giusep-pina Faulisi , e dell’Amministratore Delegato di Cadir Lab dr. Giuseppe Concaro che hanno aggiornato la platea sullo stato dell’arte del progetto “Grano di Alessandria”, dal campo alla tavola, e dei controlli cui le varie articolazioni del Progetto sono state sotto-poste.

Di rilievo anche la partecipazione di Davide Fossati , della società di grafica e pubblicità Nuvole, che ha proiettato la bozza del sito creato per divul-gare le attività del progetto in tutta la sua rilevanza. Anche quest ’anno dunque l’evento ha rivestito notevole importanza, numerosa la par-tecipazione da parte di im-prenditori agricoli e operatori del settore ai quali si rivolge un gradito ringraziamento per l’interesse mostrato. A lato la lista delle varietà di frumento tenero consigliate per la semina d’autunno.

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