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Restiani
L’
aumento sull’aliquota ordi-naria Iva dal 21 al 22% è previsto dal prossimo 1° lu-glio in base a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità. Il Governo Letta ha promesso di ri-vedere questo incremento, come ha affermato lo stesso Premier:
“Bisogna arrivare a rinunciare al-l’inasprimento dell’Iva”.
Le prime stime indicano che ciò peserebbe sulle famiglie italiane per oltre 100 euro. Diverse Associa-zioni di categoria hanno lanciato l’allarme, parlando di una “stan-gata” per le imprese che versano in forte difficoltà.
Confagricoltura Alessandria si
unisce a queste voci e in partico-lare sottolinea come vi saranno ri-svolti negativi per gli agricoltori sia sulle vendite che sugli acquisti. In un comparto che per lo più gode di agevolazioni sull’imposta sul valore aggiunto (Iva), normal-mente fissata al 4 o al 10 per cento, l’Iva per l’acquisto delle macchine agricole è invece “ordinaria”. Il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli asse-risce in merito: “Il prospettato au-mento dell’aliquota al 22 per cento avrà dunque per noi importanti riper-cussioni negative; considerato che il va-lore del mercato delle macchine agri-cole si aggira intorno agli 8,5 miliardi
di euro, l’aumento dell’Iva di un punto percentuale comporterà una maggiore spesa per le aziende agricole”.
L’aumento dell’Iva ordinaria dal 21% al 22% scatterà anche per il vino che deve già fronteggiare un drammatico calo dei consumi in-terni, che sono scesi a 22,6 milioni di ettolitri nel 2012, il livello più basso dall’Unità d’Italia. Incombe anche un altro pericolo per il mondo del vino. Se è vero che tutti sono contenti del blocco dell’IMU, è altrettanto vero che i 4 miliardi di euro che il Governo in-tende restituire devono essere tro-vati altrove e già da tempo circola la voce che si dovrebbero rastrel-
lare aumentando le accise su al-cuni prodotti quali gli alcolici.
“Se si pensa ai superalcolici è un conto
– afferma Valter Parodi , direttore di Confagricoltura Alessandria –
ma se si pensa di colpire ancora il vino italiano si commette comunque un grave errore, perché si deprimerebbe ulteriormente uno dei fiori all’oc-chiello della nostra produzione agro alimentare. Il vino è cultura, storia e tradizione ed è una voce fondamen-tale del nostro export.”
Infine, il presidente Brondelli di-chiara: “In definitiva, bisognerebbe cercare di scongiurare questo provve-dimento!”.
R.Sparacino
“L
e imprese agricole, ancor più quelle a con-duzione familiare, hanno bisogno di rinno-varsi, di trovare nuove modalità operative e sbocchi produttivi. Possono inserirsi in nuove rela-zioni di gruppo, superando le difficoltà individuali. Il modello della rete è perfettamente congeniale anche alle piccole e medie imprese”. Lo ha detto Roberto Poggioni , presidente di Federimpresa, la Federa-zione che raggruppa le imprese agricole a condu-zione familiare aderenti a Confagricoltura e che ha promosso a Bentivoglio (Bologna) il 10 maggio scorso il convegno nazionale “Fare reti: nuove strategie d’impresa”, cui ha preso parte una delegazione di Confagricoltura Alessandria.
“Le reti, che si caratterizzano per non avere limiti spaziali e confini operativi potendo essere anche inter-settoriali, rappresentano – ha sottolineato Ezio Veggia , vicepresidente di Confagricoltura con delega sulla materia – un’opportunità strategica per sostenere e sviluppare processi di collaborazione fra aziende, agricole e non, e conseguire obiettivi di svi-luppo che non sarebbero raggiungibili operando da soli”.
Il contratto di rete è una nuova forma giuridica nata nel 2009. I vari interventi dei consulenti tec-nici e dalle case history presentate al convegno
Confagricoltura-Federimpresa a Bentivoglio, ne hanno evidenziato alcune caratteristiche: reci-proca indipendenza delle imprese; rapporti di fi-liera tendenzialmente più stabili; flessibilità delle relazioni che vengono a costituirsi tra aziende (dalla mera collaborazione, alla pre-senza di un’impresa leader, all’integrazione); nessuna finalità anticoncorrenziale; più valore alla forza delle idee. Nel corso del convegno è stato anche illustrato il nuovo programma av-viato da Confagricoltura per assistere le aziende associate nel “fare reti”. Si parte subito con la for-mazione di personale specializzato dell’Organiz-zazione che coadiuverà il territorio nella concre-tizzazione dei progetti inter-aziendali, nella sot-toscrizione dei contratti tra le varie realtà ade-renti e negli aspetti operativi. Confagricoltura prevede che vengano avviati otto nuovi progetti
di rete prima dell’estate.
Le conclusioni sono state di Mario Guidi , presi-dente di Confagricoltura: “In agricoltura – ha ri-cordato – abbiamo già un modello di aggregazione delle imprese, attraverso le organizzazioni di produt-tori e le cooperative, a cui le aziende delegano la ge-stione del prodotto. Ma, come è stato sottolineato nel convegno di Federimpresa, il modello della rete è molto più agile e flessibile; permette di condividere in-formazioni, attività produttive, economie di scala, progetti di filiera, intersettoriali, di internazionalizza-zione”.
“Come Organizzazione siamo pienamente consape-voli che occorre lavorare in maniera diversa – ha concluso il Presidente di Confagricoltura – Le imprese agricole sono più avanti di quanto si creda e sono pronte a investire in progetti di crescita. Ne va del loro futuro”.
L’Iva aumenterà al 22%: inciderà negativamente sulle vendite di vino
Per Confagricoltura Alessandria è da evitare
Le PMI dell’Organizzazione si confrontano sul modello aggregativo delle reti
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