In breve del 30 Agosto 2013

30/08/2013

La prima rata dell'imposta municipale per il 2013 è abolita anche sui terreni agricoli. Quindi la sospensione introdotta dal Dl n. 54/2013 diventa una esclusione dall'imposta. Questa dell’IMU è una storia difficile e complicata, che vale la pena di ricordare nei suoi punti essenziali.

All’indomani dell’introduzione dell’IMU Confagricoltura, prima e inizialmente sola tra le organizzazioni imprenditoriali, aveva denunciato con forza gli aspetti pregiudizievoli derivanti dalla nuova imposta patrimoniale. Risultava, infatti, evidente l’enorme aggravio che essa comportava rispetto alla precedente ICI (anche fino al 200-300% di incremento), per effetto degli elevati moltiplicatori delle rendite catastali e per l’aver considerato autonomamente tassabili i fabbricati rurali (per la prima volta nella storia della fiscalità agricola), sia abitativi che strumentali. Nell’immediato (fine 2011)) si era cercato di contenere il “danno” riuscendo ad ottenere una riduzione dell’aliquota sui fabbricati rurali strumentali, che in una prima versione del provvedimento era stabilita nella misura dello 0,4%, portandola allo 0,2% e successivamente si ottenne di reintrodurre nella disciplina IMU le stesse riduzioni d’imposta già previste nella normativa ICI per gli imprenditori agricoli professionali e per i coltivatori diretti. Nel corso del 2012, dopo aver sensibilizzato gli uffici del Ministero dell’Economia e le commissioni parlamentari competenti, è stata introdotta un’apposita norma (art. 13, c. 8, del D.L. n.201/2011) cosiddetta clausola di salvaguardia, che prevede la restituzione al settore ovvero una corrispondente riduzione delle aliquote d’imposta di un ammontare pari alla differenza tra quanto incassato dall’Erario, a titolo di IMU sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali strumentali, e il gettito previsto dallo stesso Ministero dell’economia. Contestualmente le Unioni Agricoltori e le Federazioni regionali hanno presidiato i Consigli Comunali con manifestazioni di diverso genere, Consigli impegnati nella definizione delle aliquote finali da applicare, ed i Consigli Regionali per supportare le richieste del settore agricolo. Forti delle ragioni espresse e documentate in tutte le sedi politiche, abbiamo concentrato lo sforzo sindacale per una revisione completa del tributo per l’agricoltura che colpisce gli immobili produttivi per l’esercizio delle attività agricole, con evidenti riflessi di doppia imposizione derivanti dall’assoggettamento dei fabbricati strumentali il valore è già ricompreso, in base alla normativa catastale, in quello dei terreni agricoli. Prima il rinvio e poi la cancellazione della prima rata per il 2013 decisa con il decreto legge approvato il 28 agosto dal Consiglio di Ministri e l’impegno dello stesso Governo alla cancellazione definitiva dell’imposta per il settore è un risultato per nulla scontato e da valutare con grande soddisfazione come esito anche dell’azione sindacale che Confagricoltura ha messo in campo.

Si è trattato di una operazione politica e sindacale allo stesso tempo: il fatto che tuttora le risorse per la definitiva cancellazione dell’imposta non siano state individuate (infatti il Consiglio dei Ministri ha preso l’impegno alla cancellazione di tutte le rate del 2013, cosa che avverrà per la seconda rata solo nella successiva Legge di Stabilità, in ottobre) dimostra che ha fatto premio la scelta politica su quella tecnica. La scelta politica ha una serie di concause esterne al settore agricolo (quadro politico, necessità di alimentare la ripresa): ma è proprio l’inserimento dell’agricoltura a fianco della prima casa il risultato più rilevante sul piano sindacale.

E’ un’operazione che non ha ancora un quadro definitivo: l'Europa ha subito chiesto infatti di vedere cosa sostituirà il gettito mancante dell'IMU, cosa che il Governo ad ottobre, sempre nella Legge di Stabilità, dovrà fissare. E’ questo un ulteriore motivo di apprezzamento del risultato ottenuto, perché rinforza la portata sindacale del lavoro fatto. Con una attenzione però: il discorso sulla tassazione degli immobili troverà una complessiva ridefinizione nella nuova imposta sui servizi su cui dovremo anche noi lavorare, per capirne l’assetto finale.

L’operazione IMU non garantisce sul piano economico una ripresa dei consumi. Tutti gli economisti hanno sottolineato che l'unica via per una ripresa rapida dei consumi sarebbe la riduzione delle tasse sul lavoro, che assicuri buste paga più pesanti e liberi risorse per le imprese da destinare ad investimento, mentre il taglio di imposte sulla casa e sull'Iva vanno più facilmente a ricostituire almeno in parte la quota di risparmio eroso nella crisi. Noi vogliamo sottolineare proprio la ripresa degli investimenti nel settore agricolo, perché abbiamo la consapevolezza che nel nostro settore questo è il comportamento normale in presenza di maggiori disponibilità. E’ un tema da ribadire con forza.

Quindi, pur con la cautela dovuta alla evoluzione del quadro di tassazione degli immobili che si andrà a delineare, è bene rimarcare:

- l'agricoltura è l'unico settore economico totalmente escluso dalla tassa (molto parziali invece le riduzioni per capannoni industriali, laboratori, esercizi commerciali, con la deducibilità al 50%)

- l'operazione ha portato il tema agricolo in grande evidenza e costituisce comunque una affermazione di ruolo economico che va gestita. Infatti il messaggio da elaborare è la strategicità del settore e non la salvaguardia (in altre parole, non siamo stati esentati perché "poveri", ma perché si sarebbe penalizzata una possibilità di sviluppo).

- abbiamo giocato la partita ai massimi livelli: certamente il Ministro dell'Agricoltura, ma soprattutto il Presidente ed il Vice Presidente del Consiglio, il Ministro dell'Economia, il Presidente Berlusconi con il capogruppo del Pdl Brunetta, il vertice del Pd. Questo ha alzato i livelli di considerazione del nostro settore, ma tutto ciò è frutto di un’azione diretta, continua e documentata da parte di Confagricoltura. Naturalmente come tutti i successi, ci sono e ci saranno molti padri (agricoli e non): a noi dare ragione nell'organizzazione del lavoro fatto.

È necessario – scriveva ieri IlSole24Ore - ricordare i requisiti affinché un terreno sia considerato agricolo al fine di usufruire dell'azzeramento della prima rata. Ai fini del tributo municipale sono considerati agricoli i terreni destinati all'esercizio delle attività agricole di cui all'articolo 2135 codice civile anche se non coltivati e quindi anche nel caso in cui il terreno è lasciato a riposo.