In breve del 29 Ottobre 2013

29/10/2013

Imprese: terzo trimestre stabile, negativo il trend dell’agricoltura
Stazionario, nel terzo trimestre 2013, l’andamento del sistema imprenditoriale piemontese. Lo conferma l’indagine di Unioncamere relativa al periodo luglio-settembre 2013, durante il quale in Piemonte sono nate  5.518 aziende, a fronte delle 5.128 nuove iscrizioni registrate nel corso dello stesso trimestre del 2012. Al netto delle 5.422 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è positivo per 96 unità (nel III trimestre 2012 era pari a +378). Il tasso di crescita è del +0,02%, inferiore sia rispetto a quello realizzato nello stesso periodo del 2012 (+0,08%), sia alla media nazionale (+0,21%).

Solo i comparti del turismo, degli altri servizi e del commercio hanno una performance positiva (rispettivamente, +0,54%, +0,35% e +0,17%); risulta invece negativa la variazione registrata dall’industria in senso stretto (-0,13%) dalle costruzioni (-0,20%) e dall’agricoltura (-0,91%).

 
Il mercato dei cereali e della soia (Fonte: Newsletter Obiettivo Cereali – L’Informatore Agrario)
Prosegue su tutti i mercati il trend positivo per il frumento tenero. I recuperi più sostanziosi ci sono stati a Milano, dove il frumento panificabile è aumentato addirittura di 6 euro/t, chiudendo martedì scorso a 211,50 euro/t. Più contenuti gli aumenti registrati giovedì a Bologna, con il «fino» nazionale che ha chiuso a 206,50 euro/t (+4 euro/t). Si tratta di aumenti che sono evidentemente trascinati dalle quotazioni internazionali. Anche il frumento tenero dell’Est Europa non è più così economico come durante l’estate e soprattutto le qualità migliori arrivano in Nord Italia a non meno di 220 euro/t. I molini cercano intanto di chiudere già le prime posizioni per il primo trimestre del 2014, con prezzi che oscillano tra i 215 e i 220 euro/t. Difficile dire se gli aumenti proseguiranno: le piazze internazionali hanno mostrato durante la settimana segni di stabilizzazione. La tendenza degli operatori è però ancora quella di comprare titoli per avere coperture di prezzo in vista di ulteriori aumenti. Gli incrementi potrebbero essere supportati dal raccolto argentino, che si prospetta piuttosto magro (8,8 milioni di tonnellate con le 12 previste inizialmente), e dalle buone performance delle esportazioni statunitensi.

Dopo gli aumenti delle scorse settimane, le quotazioni del mais nazionale hanno subito una battuta di arresto, con entrambe le borse merci invariate. A Milano il granoturco nazionale vale sempre 198,50 euro/t, a Bologna 189 euro/t. In calo invece i mais esteri (a Bologna comunitario a 212 euro/t, paesi terzi 199 euro/t), come è giusto che fosse, vista l’elevata volatilità dei mercati internazionali. Infatti sia a Parigi che a Chicago la tendenza non è molto chiara. Il Matif ha chiuso venerdì a 177,25 euro/t, ossia meglio della settimana precedente, ma con le quotazioni infrasettimanali abbastanza incerte. A Chicago la chiusura è stata di 440 cent/bushel, ovvero senza significative variazioni.

Invariato il mercato per l’orzo nazionale, che resta fermo a 209 euro/t a Milano e 203 euro/t a Bologna. D’altronde con il frumento tenero a uso zootecnico a prezzi analoghi non sussistono, almeno per il momento, motivazioni affinché il prezzo cali.

Qualche motivo di preoccupazione viene dal mercato internazionale. Con l’euro forte, le esportazioni comunitarie si fanno via via sempre meno competitive. Inoltre i prezzi elevati in Francia (182 euro/t reso Rouen), anche i mangimifici stanno iniziando ad acquistare preferibilmente altri cereali.

La campagna della soia sta proseguendo in modo tutto sommato soddisfacente. A Milano i semi nazionali hanno guadagnato 3 euro (chiusura 425,50 euro/t), a Bologna 5 euro (423,50 euro/t). È il riflesso di un raccolto tardivo e non molto abbondante, ma anche dell’andamento del mercato internazionale, ormai stabile a Chicago attorno ai 1.300 cent/bushel. Bisogna però tenere presente che il future di novembre è in scadenza e che le quotazioni per gennaio sono leggermente più basse (1293 cent/bushel). In tutti i modi, c’è moderato ottimismo visto che la Cina continua ad acquistare e che negli USA il raccolto è a buon punto (75/80%).

 
Avanti con la riforma Pac
Procede l’iter di attuazione della Riforma della PAC e di definizione di quegli aspetti la cui formulazione è demandata agli Stati membri. Alcuni aspetti tecnici che, infatti, non erano stati ancora specificati nell’accordo di giugno, stanno adesso delineandosi in maniera più precisa.

Gli Stati membri, attraverso i propri rappresentanti in seno al Comitato Speciale Agricoltura (CSA) hanno dato il via libera ai testi della riforma, dopo che anche la Comagri aveva dato il proprio assenso. Sono quindi già disponibili, nelle rispettive traduzioni, i testi dei quattro regolamenti della Riforma. In particolare, al momento è all'esame dei giuristi della Commissione Europea la bozza del regolamento sullo sviluppo rurale, approvata.

Il passaggio che si farà adesso consiste nel consolidamento di questi testi (traduzione e verifica linguistica) per l’approvazione formale nella plenaria del Parlamento europeo di novembre e in Consiglio agricoltura entro la fine dell’anno. Fino a quel momento si prospettano, quindi, passaggi decisivi per la definizione di punti fondamentali della Riforma.