In breve del 27 Ottobre 2014

27/10/2014

Guidi (Confagricoltura): per ricostruire lo Stato agricolo bisogna prima distruggerlo
Un confronto con il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina su una pluralità di temi - dal post quote latte al Ttip, dall'internazionalizzazione delle imprese alla rappresentanza, dall'italian sounding alla programmazione produttiva, dall'aggregazione di filiera all'organizzazione del Mipaaf - ha caratterizzato il convegno promosso da Assalzoo e da Cremonafiere sul "Modello Italia" che si è svolto sabato nell'ambito delle fiere zootecniche internazionali. Ai lavori - precisa Agrapress -  hanno partecipato, oltre a Martina ed ai presidenti di Assalzoo Alberto Allodi e di Cremonafiere Antonio Piva, i presidenti di Cia Dino Scanavino, di Confagricoltura Mario Guidi e del Consorzio Grana padano Cesare Baldrighi; il vicepresidente di Fedagri Fabio Perini e Flavio Fornari, della direzione commerciale food di Coop-Italia. "Penso che poter ricostruire lo Stato agricolo italiano ci vorrebbe prima un’opera di distruzione", ha esordito polemicamente Mario Guidi. Per il presidente della Confagricoltura, il modello Italia, ammesso che esista, va cambiato e "il 18 novembre alla conferenza economica di Agrinsieme vi stupiremo con le nostre proposte", ha aggiunto il presidente della Confagricoltura, che di Agrinsieme è il coordinatore. "Abbiamo perso tempo a difenderci dalla globalizzazione", ad "approvare norme nazionali che non entreranno mai in vigore", invece di "stare ai tavoli internazionali che contano", ha insistito Guidi, ribadendo la propria preoccupazione circa il finanziamento del piano Mipaaf-Mise per l'internazionalizzazione delle imprese. Su questo punto, Guidi ha incassato la rassicurazione di Martina. "I soldi per il piano di internazionalizzazione nella legge di stabilità ci sono", ha detto il ministro. "Ormai il mondo è piccolo per cui la scala con cui ti devi rapportare è il mercato globale", ha fatto presente Martina, secondo il quale l'azione del governo è orientata proprio a fare in modo che le imprese si mettano in grado di affrontare questo scenario, attraverso una serie di "linee di indirizzo" e "strumenti", ma senza "snaturare la radice della piccola e media impresa italiana, anche agricola". Chi cercasse di farlo - ha aggiunto - rischierebbe di fare un "esercizio teorico", invece bisogna riflettere su come agire, con quali strumenti organizzativi, dato il nostro tessuto economico. Bisogna "far funzionare le cose che non hanno funzionato in questi anni e ad una riflessione complessiva ci sto", ha continuato Martina, mettendo in campo anche "una ridefinizione del ministero delle Politiche agricole che abbiamo ereditato ed è costruito secondo una logica che non è più quella attuale”. Il Mipaaf, con tutti i suoi enti collegati, deve avere un "rapporto più forte direttamente con le imprese", ha detto il ministro. "va fatta una grande operazione di ripensamento del Mipaaf. Vedo anch'io gli appesantimenti di un modello decisionale che non è più figlio della realtà", ha specificato. Martina ha  invitato però anche ad "aprire una discussione  su rappresentanza e associazionismo". "L'appello ad una maggiore unità, una maggiore coesione del mondo agricolo, io continuo a farlo, anche se forse non mi conviene. Il divide et impera potrebbe funzionare, ma non faremmo bene al Paese", ha aggiunto.