Droni e agricoltura di precisione

03/11/2015

Se ne parla da anni, si dibatte, ma ancora l'agricoltura di precisione in Italia non si è completamente affermata. La svolta però potrebbe essere alle porte, con l'arrivo dei droni è infatti diventato più agevole fare i rilievi, utilizzando appositi sensori e senza la necessità di entrare in campo, per poi costruire mappe di vigore con maggiore flessibilità rispetto al passato quando si utilizzavano principalmente satelliti o aerei. La precision farming si sta diffondendo, ma si tratta ancora di una nicchia.
“Perché trovi applicazione è necessario che i viticoltori, e più in generale gli agricoltori, inizino a percepire la reale convenienza ad adottarla”, è il pensiero di Stefano Poni, direttore del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza. Proprio a Piacenza, infatti, si è tenuta la prima di una serie di giornate formative, organizzate da Fiapr, per fornire agli operatori, coloro che pilotano i droni, gli strumenti fondamentali per muoversi sul terreno della geomatica, ovvero la disciplina che integra le nuove tecnologie con i diversi settori relativi al rilevamento e al trattamento dei dati. Durante l'appuntamento sono stati anche presentati i risultati preliminari dei rilievi condotti dal gruppo di geomatica di Fiapr su vigneti della Val Tidone, a pochi giorni della vendemmia.
“La viticoltura di precisione è una branca dell'agricoltura di precisione – ha spiegato Matteo Gatti, ricercatore presso lo stesso dipartimento dell’Ateneo piacentino -. Con il telerilevamento, in questo caso realizzato da droni, è possibile descrivere la variabilità vegetativa del vigneto allo scopo di disegnare mappe di vigore che poi serviranno all'agronomo per dare indicazioni al viticoltore su come agire. Il vigore è un indice che esprime la velocità di accrescimento dei germogli ed è correlato alla fertilità del suolo, generalmente piante più vigorose avranno più superficie fogliare e una chioma più importante. Le viti avranno anche una resa maggiore, grappoli e acini più pesanti mostrando, al tempo stesso, esigenze colturali differenti e un diverso potenziale enologico. Le mappe dividono il vigneto in zone omogenee in modo che a vigore simile corrisponda simile trattamento. Si potrà quindi variare, per esempio, l'intensità degli apporti azotati o della defogliazione al fine di ottenere il risultato cercato”. I macchinari per dosare correttamente gli input alla coltura sulla base delle mappe sono già a disposizione, ci sono diverse aziende, anche piacentine, che hanno progettato e immesso sul mercato concimatori e defogliatrici a rateo variabile o vendemmiatrici di precisione. Ciò che manca, per ora, è la convinzione nel settore di abbracciare l'agricoltura di precisione.
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