In breve del 6 Febbraio 2015

06/02/2015

Latte, c’è chi specula
Un litro di latte fresco costa circa 1,65 Euro nella grande distribuzione, ma all’allevatore viene pagato intorno ai 35 centesimi (prezzo medio latte spot Lodi). Questo significa che le aziende agricole non riescono più a coprire i costi di produzione, mentre la GDO non scalfisce i propri margini di guadagno.  Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, in una conferenza ieri a a Torino ha illustrato i dettagli economici relativi alla filiera zootecnica, annunciando anche prossime iniziative di mobilitazione. Esaminando l’andamento storico relativo ai prezzi alla stalla e al consumo in Piemonte, emerge che nel 1976 il latte era pagato 165 lire al litro, mentre il prodotto fresco pastorizzato al consumo costava 260 lire: il prezzo della materia prima incideva dunque per il 63,46%.  Nel 1997, il latte alla stalla era pagato circa 700 lire al litro, mentre il prezzo del prodotto fresco pastorizzato al consumo era passato a 2.000 lire al litro: il prezzo della materia prima incideva per il 35%.  Oggi la materia prima incide per circa il 21%.
Ampio risalto all’iniziativa anche nei servizi pubblicati dai giornali in allegato.

Confagricoltura sul DDL Parchi: “Sì al riordino della gestione, no all’allargamento  delle superfici protette”
Confagricoltura Piemonte, che ieri pomeriggio ha partecipato alla consultazione regionale sul disegno di legge relativo al riordino del sistema di gestione dei parchi, ha manifestato apprezzamento per la proposta di accorpamento della gestione di alcune aree naturali protette del Piemonte, secondo esigenze di razionalizzazione dell’intero sistema, consentendo così di conseguire significativi risparmi sulla spesa regionale e ottenendo altresì una maggiore efficacia ed economicità nella gestione delle stesse aree, ma ha contestato l’allargamento delle superfici dei parchi, in particolare per quanto riguarda le proposte avanzate in merito al Parco del Po Cuneese, che riguarda territori delle province di Cuneo e di Torino. “L’allargamento ipotizzato (indicato nell’allegato A del disegno di legge numero 90) comporterebbe ulteriori pesanti vincoli gravanti sui territori di interesse agricolo, zootecnico e forestale – chiarisce Confagricoltura -  con l’introduzione di nuovi limiti all’attività agricola, alla pastorizia e all’attività venatoria, penalizzando così il sistema delle imprese agricole che già devono fronteggiare una difficile situazione di crisi economica generale”.  Confagricoltura concorda infine con la proposta (introdotta dal comma 2 dell’art. 7) che prevede che sia garantita la rappresentanza della componente agricola nei consigli di gestione delle aree protette. “Rileviamo però – spiega l’organizzazione degli imprenditori agricoli -  che andrebbero meglio esplicitate le modalità di designazione della rappresentanza delle associazioni agricole, al fine di garantirne l’effettiva presenza”.

Semplificare e sburocratizzare per rilanciare l’occupazione
Si è tenuto ieri a Roma un incontro sui temi dell'occupazione agricola tra il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, e Agrinsieme, il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Nell'esprimere soddisfazione per l'estensione al settore agricolo (escluso nell'originaria versione del disegno di legge) dello sgravio contributivo triennale per i nuovi assunti a tempo indeterminato introdotto dalla legge di stabilità per il 2015, Agrinsieme ha segnalato al ministro l'esigenza di dare completa attuazione ad altre importanti e recenti novità in materia di lavoro agricolo, quali le assunzioni congiunte e gli incentivi per l'assunzione di giovani (#campolibero). L’occupazione agricola, che conta oggi 1 milione e 100 mila dipendenti, assunti da 200 mila imprese agricole, ha sostanzialmente tenuto, nonostante la crisi, da cui la legittima richiesta di ripristino delle deduzioni IRAP per i lavoratori a tempo determinato stabilmente inseriti nella compagine aziendale, introdotte nei mesi scorsi dal cd. decreto #campolibero e dalla legge di stabilità per il 2015 e poi abrogate dal decreto legge n. 4 del 24/01/2015. Agrinsieme ha poi sottoposto al ministro alcune istanze di semplificazione prioritarie per il settore e per le piccole  medie imprese, prime fra tutte l’introduzione di un regime specifico per il lavoro stagionale , la semplificazione  e sostenibilità degli adempimenti  in materia di sicurezza sul lavoro e gli strumenti agevolativi alle aggregazioni di imprese (assunzioni congiunte).