I ritardi nei pagamenti PAC inaccettabili per le imprese agricole

02/05/2016

Mentre scriviamo questo articolo, una grossa parte delle aziende agricole della nostra provincia non ha ancora ricevuto il saldo o, peggio ancora, alcun pagamento della PAC 2015. Penso che vi ricordiate tutti il convegno svolto ad Alessandria, intitolato “Agricoltura 2.0”, dove sia l’allora presidente di ISMEA, Ezio Castiglione, sia il vice Ministro Andrea Olivero, annunciavano l’ennesima semplificazione burocratica e il decreto “Campo Libero”, spingendosi addirittura a dire che per il 2016 sarebbero stati in grado di mettere in pagamento le nuove domande PAC entro il mese di giugno.
Le nostre perplessità erano tante già allora e noi di Confagricoltura in tutti questi mesi non abbiamo esitato a denunciarle, anche mettendo a rischio i rapporti con i vertici del Ministero, delle Regioni e soprattutto di AGEA, l’ente statale che governa tutte le erogazioni dei contributi comunitari. Oggi pare quasi troppo facile dire “noi l’avevamo detto” ed è triste constatare che sarebbe già qualcosa se a giugno riuscissimo ad avere il saldo del 2015, altro che PAC 2016!
Ma come si è potuto arrivare ad uno stallo così totale, ad una confusione dalla quale purtroppo non si vede, a breve, nessuna via di uscita?
Ancora una volta l’Italia è riuscita a complicarsi la vita, andando a creare dei mostri informatici inefficienti, che non si riesce più a gestire.
La data della fissazione dei titoli da parte di Agea (già la scelta del 1° aprile si prestava a facili battute) non è stata rispettata mettendo in crisi gli enti pagatori delle Regioni. Poi il primo calcolo del valore delle compensazioni a ettaro si è rivelato errato, vanificando il lavoro che nel frattempo era stato fatto per avviare i pagamenti.
I titoli definitivi (speriamo…) sono arrivati dopo il 20 aprile e dovrebbero consentire l’inizio dei mandati di pagamento per i primi di maggio.
Nel frattempo non poche preoccupazioni ci derivano dal constatare che anche la presentazione della domanda 2016 procede a rilento, per problemi tecnici, la cui risoluzione non pare al momento vicina. In tutto questo noi associazioni siamo fra l’incudine e il martello, oberati di lavoro, in un momento in cui abbiamo un sovraccarico di impegni e siamo in prima linea a ricevere le sacrosante lamentele delle imprese che necessitano questi pagamenti anche in considerazione del fatto che tante altre misure per noi importanti (PSR, rimborsi delle assicurazioni, misure agroambientali, danni da selvaggina) sono anch’esse in stallo.
L’anno scorso Confagricoltura fu l’unica associazione di categoria a mettere in mora AGEA, a tutela del danno che queste inefficienze statali avrebbero potuto provocare ai nostri associati e temo che anche quest’anno stiamo andando nella stessa direzione.
Tutto quanto sta succedendo dovrebbe fare avere ai vertici di AGEA e del Ministero l’umiltà di ammettere i propri errori e cercare di non ripeterli in futuro.
Bisognerà attuare una semplificazione vera, che porti ad uno snellimento delle pratiche per le nostre imprese.
Il direttivo nazionale di Confagricoltura del 21 aprile scorso si è espresso duramente su queste ennesime pastoie burocratiche che limitano le nostre imprese, anche nei confronti dei nostri colleghi stranieri, che invece ricevono in modo molto più puntuale i pagamenti.
Nell’attesa che a livello europeo si pensi ad una revisione di medio termine della PAC più vicina alle reali esigenze delle imprese e dei mercati, in Italia mi accontenterei se i responsabili di questo ennesimo disastro subissero le stesse conseguenze che subiamo noi contribuenti quando non rispettiamo un qualunque pagamento nei confronti dello Stato.

Luca Brondelli