Peschicoltura piemontese a rischio di estinzione

16/08/2017

Il Piemonte, terza regione d'Italia per importanza nel comparto, dal 2000 a oggi ha perso il 40% della superficie coltivata a nettarine. I prezzi sempre più bassi spingono le aziende verso altre colture. Confagricoltura: salviamo la produzione, la distribuzione organizzata mette in ginocchio l'intera filiera

I prezzi delle pesche nettarine e della frutta estiva hanno raggiunto livelli inaccettabili. Lo denuncia Confagricoltura Piemonte, che si fa portavoce dell'emergenza che riguarda un comparto prioritario dell'agricoltura regionale e nazionale. Il Piemonte è la terza regione d'Italia per produzione di pesche nettarine (dopo la Campania e l'Emilia Romagna), ma le superfici dedicate stanno inesorabilmente andando verso l'estinzione a causa dei prezzi di mercato sempre più bassi. Attualmente le imprese agricole stanno lavorando in perdita e, se la situazione non migliorerà, non raccoglieranno più la frutta, poiché il costo di produzione e le spese per la manodopera sono più alti del prezzo della merce sul mercato. Quest'anno, inoltre, la produzione è stata qualitativamente e quantitativamente di ottimo livello, nonché precoce, accelerata dalle elevate temperature degli ultimi mesi.

Le nettarine vengono pagate al produttore meno di 30 centesimi al chilogrammo, in certi casi anche 20 – 25 centesimi: un prezzo inadeguato, soprattutto a fronte di quello proposto al consumatore nella distribuzione organizzata. Le conseguenze sono evidenti: la GDO tiene per sé tutto il margine della vendita di un ottimo prodotto a prezzi bassi per il pubblico, e i produttori, a fronte dell'attività in perdita, sono costretti a estirpare i pescheti e riconvertire le coltivazioni.

"La situazione è diventata insostenibile e crea ripercussioni su tutto il sistema", dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia. "Andando avanti di questo passo si annienterà una filiera produttiva che ha caratterizzato il nostro territorio, mettendo in crisi il rapporto con i consumatori che oggi risparmiano qualche centesimo, ma che domani non troveranno più pesche piemontesi. Lo dimostrano i dati: dal 2000 al 2016 – precisa Allasia - la nostra regione ha perso oltre il 40% di superficie coltivata a nettarine, il doppio di quanto  ha perso complessivamente l'Italia".


La crisi si acuisce con la permanenza dell'embargo russo, che stoppa l'export tricolore e blocca un importante mercato per la nostra produzione.

Confagricoltura rivolge un invito ai consumatori a prestare attenzione e seguire le fasi di mercato, mentre alla grande distribuzione l'appello è di una maggiore responsabilità per la salvaguardia della filiera. "Alle istituzioni - conclude Allasia – chiediamo di farsi carico del problema, al nostro fianco, poiché per continuare a promuovere il Made in Italy è necessario innanzitutto che ci sia la produzione".