Allevamenti avicoli sempre più sostenibili

17/10/2019

In primo piano il futuro del settore avicolo tra l’influenza aviaria, che rappresenta l’emergenza appena superata, l’attenzione al benessere animale, l’uso responsabile degli antibiotici, ma anche la nicchia dell’allevamento biologico e le galline allevate a terra. Riflettori anche sull’aspetto commerciale e sul mercato sempre più globale e sull’importanza degli accordi bilaterali come l’accordo Ue-Mercosur con le concessioni ai Paesi dell’America Latina per l’export di pollame verso l’Ue. Se ne parlerà al convegno organizzato da Confagricoltura Lombardia il 23 ottobre (dalle ore 14:30) durante le Fiere zootecniche internazionali di Cremona. Un appuntamento importante che riunirà a Cremona operatori del settore ed esperti come Alessandro Scolari, veterinario, che si focalizzerà sull’antibiotico-resistenza e sull’uso responsabile del farmaco, Claudio Ambrogio, amministratore delegato di Aviagen Italia, e Antonio Forlini, presidente di Unaitalia. “L’uso degli antibiotici è negli anni drasticamente diminuito – spiega Oreste Massimino, che interverrà al convegno come presidente della Federazione nazionale allevamenti avicoli di Confagricoltura - e mette in luce come gli animali siano sempre più sani e allevati in ambienti adeguati, nonostante alcune accuse infondate, e nelle condizioni migliori”. Non è un caso se il comparto avicolo garantisce una produzione l’autosufficienza del nostro Paese fino al 106,6% del fabbisogno nazionale e genera un fatturato in crescita del +7,5% in dieci anni, arrivato a quota 5,7 miliardi di euro. “Per quanto riguarda il benessere animale - sottolinea Massimino – gli allevatori seguono quanto stabilito dalla legislazione europea: mon si possono produrre più di 33 chilogrammi di carne per metro quadrato o 39 chili se autorizzati dalle Asl. Le gabbie per le galline ovaiole sono ormai tutte a norma dal primo gennaio 2012 e devono garantire uno spazio di almeno 750 centimetri quadrati, un nido, una lettiera, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie”. L’allevamento avicolo è oggi, come fa notare sempre Massimino “un comparto sempre più responsabile e virtuoso. Le analisi effettuate nel 2018 sugli avicoli non hanno evidenziato nemmeno un caso di positività alla ricerca di residui di antibiotici. La maggior parte dei polli allevati in Italia non utilizzano nemmeno antibiotici perché non ne hanno, in genere, necessità e si persegue il benessere animale. Qualunque trattamento viene comunque subito rilevato con la ricetta elettronica e l’animale non può essere macellato se non dopo la fine del periodo di latenza di 4 giorni. Ogni capo viene comunque controllato al macello. Le catene distributive oggi cavalcano questo concetto della filiera avicola antibiotic-free a fini di marketing, in realtà questo traguardo è già stato raggiunto ormai dalla maggioranza degli allevamenti avicoli”. Un altro tema importante è quello del rispetto della biosicurezza, che consentirà di evitare il contagio negli allevamenti avicoli e il rischio di un’eventuale diffusione dell’influenza aviaria che in questi anni ha pesantemente danneggiato gli allevamenti in Lombardia e Veneto. “Tutti gli allevamenti – conferma Massimino - sono oggi già in regola con l’aggiornamento delle misure di biosicurezza stabilito dal decreto del dicembre 2018 del ministero della Salute. E’ prevista ad esempio l’introduzione di una nuova struttura, la cosiddetta dogana danese, rappresentata da una barriera fisica che non consenta l'accesso diretto del personale all'area dove si trovano gli animali, senza aver prima indossato calzature dedicate al singolo capannone. Tra le altre numerose misure previste vengono inoltre rafforzate le misure di prevenzione strutturali negli allevamenti (cancelli o sbarre mobili, cartelli di divieto di ingresso, aree di parcheggio, zone di disinfezione, piazzole di carico).