Relazione per gli associati di Confagricoltura Alessandria sugli ungulati in periodo Covid

08/04/2020

In questo periodo la caccia di selezione è sospesa, gli ATC - Ambiti Territoriali di Caccia sono chiusi, la selvaggina aumenta e i danni ai campi seminati sono sempre più importanti.

La riduzione e, in molti casi, il totale annullamento delle operazioni di controllo selettivo della fauna selvatica nelle campagne sta determinando l'aumento esponenziale dei danni alle coltivazioni, in particolare nelle zone dove si è già avviata la semina del mais.

Inoltre, la forte riduzione dell'attività di selezione e controllo della fauna selvatica, unita al pressoché totale blocco della circolazione stradale lascia spazio agli animali selvatici che si spingono fino ai centri abitati. Il fenomeno è visto con stupore dai cittadini, ma con grande preoccupazione da parte degli agricoltori, perché i danni alle coltivazioni stanno aumentando in modo esponenziale.

Gli agricoltori, oltre a lamentare i danni, fanno rilevare come la chiusura degli Ambiti Territoriali di Caccia per l’emergenza COVID-19 non comporti grandi variazioni nella presentazione le denunce di danni ma comporti problematiche inerenti le perizie da parte degli enti competenti.

Venerdì 3 aprile Confagricoltura ha scritto una lettera alla Regione e alle Province nella quale ha esposto la situazione suddetta e ha chiesto di autorizzare gli agricoltori a incaricare tecnici per svolgere le perizie oppure di lasciar loro autocertificare gli attacchi dei selvatici e i danni subiti, stante le difficoltà degli ATC - Ambiti Territoriali di Caccia - a disporre in tempo utile le perizie.

Lunedì 6 aprile è giunta la risposta del dirigente responsabile del Settore Tutela della Fauna della Regione Paolo Cumino, che ha precisato che è sempre indispensabile la denuncia di danno. Il dirigente scrive “anche in considerazione della difficoltà ad effettuare in tempi brevi gli adempimenti istruttori conseguenti, si suggerisce inoltre di richiedere al titolare di fornire, se possibile, materiale fotografico dei luoghi e dei danni subiti”.

Ieri, 7 aprile, la Regione ha chiarito di aver autorizzato i CAA alla segnalazione dei danni anche in assenza di sottoscrizione preliminare da parte del rappresentante legale dell’azienda interessata e successiva regolarizzazione.

La Regione ha altresì precisato che è possibile che si verifichino le condizioni per cui il sopralluogo, almeno nella maggior parte dei casi, possa non essere svolto nel rispetto delle tempistiche ordinarie previste dalla normativa regionale in materia di indennizzi di danni da fauna.

Inoltre, il 1° aprile Confagricoltura aveva scritto alla Regione un’altra lettera, che rimandava a una precedente istanza relativa al regime del cosiddetto “de minimis” applicato al risarcimento dei danni arrecati dagli animali selvatici alle colture (specie con riferimento alle aziende ubicate nelle cosiddette “aree parco – protette”) e al successivo incontro istituzionale con il Vice Presidente, con la quale si è sottolineato la convinzione che le disposizioni in materia, nazionali e regionali, prevedano un diritto soggettivo al risarcimento del danno subìto dagli agricoltori e dalle società agricole a causa degli animali selvatici (fauna protetta).

L’art. 36 della L.R. n. 19/2009, infatti, chiarisce che, a fronte dei danni arrecati dalla fauna protetta, compete un diritto soggettivo, pieno e perfetto, al risarcimento integrale del danno.

Confagricoltura ha segnalato agli Assessorati che il mondo dell’agricoltura sta affrontando un periodo di particolare difficoltà, dovuto alle note contingenze legate all’epidemia del COVID-19. Questa situazione sta colpendo, direttamente e indirettamente, una filiera definita essenziale dal nostro Governatore, nonché dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in reiterati provvedimenti e interventi pubblici. Questa attenzione è salita anche a livello comunitario e si è appreso che l’Unione Europea, in questa situazione contingenziale terribile per il settore, ha aperto al riconoscimento dei cosiddetti “aiuti di stato” all’agricoltura con una estensione del limite massimo dagli attuali 20.000 euro a 100.000 euro.

A prescindere dalla qualificazione dei danni da selvatici come “Aiuto di Stato” o diritto soggettivo al risarcimento, infatti, l’intervento comunitario rappresenta una opportunità per dare una “boccata di ossigeno” alle tante imprese agricole piemontesi falcidiate dalla drammatica situazione dei danni arrecati alla fauna selvatica.

La crisi che, fisiologicamente, colpisce anche il nostro settore, non consente alle nostre aziende di “sopportare” ancora anche i continui e gravi danni della fauna selvatica senza ottenere il giusto e dovuto ristoro.

Alla luce di ciò, Confagricoltura ha chiesto alla Regione Piemonte:

-       di prodigarsi per dare tempestiva attuazione alla prescrizione comunitaria e, di intesa con il Ministero competente, disponga l’innalzamento dell’”aiuto” / regime del “de minimis” relativo al risarcimento del danno da selvatici - sino alla soglia di 100.000,00 euro, così come definito in sede comunitaria:

-       di stabilire le linee guida operative, fornendo indicazioni alle singole Province e alla Città Metropolitana di Torino affinché vengano “sbloccati” i pagamenti dei danni già verificatisi e accertati, considerando la soglia del “de minimis” innalzata a 100.000,00 euro; ciò in modo tale da consentire alle imprese agricole, che ora stanno affrontando questa crisi, di ottenere la liquidazione in tempo utile;

-       di specificare alle Province e alla Città Metropolitana che la somma di 100.000 euro costituisce la soglia massima risarcibile: ciò per evitare una modalità operativa di accertamento e liquidazione, attualmente adottata, che riteniamo fortemente penalizzante e ingiusta. Nell’operatività attuale, infatti, le Province e la Città Metropolitana – qualora si superi la soglia massima prevista dal de minimis (Euro 20.000 – da innalzare ora a 100.000 euro) non liquidano alcunché. Mentre è necessario chiarire che - per tutti i danni che superino la soglia massima (20.000 euro – da innalzare a 100.000 euro) - sia da riconoscersi comunque il massimo previsto (20.000 oppure 100.000 euro). In pratica, se l’azienda agricola, nel triennio, avrà subito danni per 21.000,00 euro (oppure 101.000 euro), complessivi, dovrà essere risarcita per il massimale (ovverosia 20.000 oppure 100.000 euro);

-       di attivarsi affinché vengano stanziate le risorse economiche necessarie per l’implementazione del Fondo Regionale previsto dalla normativa vigente (introdotto già con la Legge 968 / 1977), in modo tale da consentire la tempestiva liquidazione dei danni.

Invitiamo tutti i nostri associati a contattare i tecnici delle Zone per le informazioni necessarie e per le denunce di danno da ungulati.

Alessandria, 7 aprile 2020