In breve del 9 Aprile 2014

09/04/2014

Sì alla sicurezza, no alla burocrazia
In relazione ai lavori di revisione dell’Accordo Stato Regioni in materia di formazione del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e ASPP del 2006, Agrinsieme ha scritto alle Direzioni competenti del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per segnalare le preoccupazioni emergenti per il settore agricolo nel caso in cui fosse confermata la previsione di modifica delle macrocategorie di rischio associate ai codici ATECO contenute negli Accordi sulla formazione dei lavoratori, dirigenti e preposti del 21.12.2011. La modifica, infatti, andrebbe a inserire il settore agricolo nella macrocategoria di rischio ALTO con i conseguenti effetti negativi sulla durata dei corsi di formazione per i datori di lavoro RSPP e per i lavoratori agricoli (attualmente l’agricoltura è classificata a rischio medio).


Aziende agrituristiche e fattorie didattiche, gli operatori devono essere in regola con il certificato penale
Con il Decreto Legislativo n. 39/2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 22/2014, sono state introdotte importanti novità per coloro che lavorano con i minori come, per esempio, le fattorie didattiche o le fattorie sociali. L’articolo 2 del Decreto Legislativo in questione, infatti, impone di "certificare" le persone che sono a contatto con i minori (ad esempio istruttori ed educatori), mediante la richiesta del certificato penale rilasciato dalle cancellerie dei tribunali, attestante l'estraneità a reati di pedopornografia e/o pedofilia. E’, quindi, obbligatorio, a far data dal 6 Aprile 2014 (data di entrata in vigore della norma), che i titolari di fattorie didattiche ovvero di attività rivolte ai minori e che per svolgere tali attività si avvalgano di lavoratori dipendenti, facciano richiesta del certificato penale (presso il tribunale competente per territorio) per i soggetti preposti allo svolgimento delle predette attività. Il certificato penale dovrà essere rilasciato al fine di verificare l'esistenza di condanne ovvero l'irrogazione di sanzioni interdittive all'esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori, per i seguenti reati: prostituzione minorile; pornografia minorile; detenzione di materiale pornografico; iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile; adescamento minorenni. ?

I costi per il rilascio del certificato sono i seguenti: 16 euro di bollo e 3,54 euro per diritti di segreteria (7,08 euro in caso di urgenza). ?Infine, il Ministero mette a disposizione degli interessati, per eventuali chiarimenti o informazioni, il servizio di help desk, al numero telefonico 06-97996200. Il modello di richiesta del certificato (da presentare alla Cancelleria del Tribunale) può essere richiesto all’Unione Agricoltori.


Gli Ogm sono sani, lo dicono gli scienziati (ma l’appello cadrà nel vuoto)
“Tutti gli studi condotti da scienziati indipendenti provano che la creazione di Ogm e la loro coltivazione non comportano rischi significativi per l'ambiente e non minacciano la sicurezza e la qualità degli alimenti”. L’appello è di un gruppo di scienziati di chiara fama, tra i quali il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Luigi Nicolais e la senatrice a vita Elena Cattaneo. Oggi il Tar del Lazio dovrà esprimersi sul ricorso di due agricoltori friulani - Silvano Dalla Libera e Giorgio Fidenato - contro il decreto che ha imposto in Italia, per 18 mesi, il divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato.

Dal canto suo il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha già annunciato che, d’accordo con i colleghi Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, e Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, è pronto a un intervento comune “atto a impedire eventuali coltivazioni qualora la sentenza annullasse il decreto in essere”. Martina ha comunicato, inoltre, al Consiglio dei ministri di aver già convocato le Regioni per giovedì 10 aprile “al fine di trattare il tema”.

Oggi gli Ogm occupano il 12% della superficie coltivata del pianeta e sono scelti da oltre 18 milioni di agricoltori nel mondo. “Si dice che all'Europa non servono – scrivono gli scienziati nel loro appello - ma l'80% del cotone mondiale è Ogm, così come oltre l'80% della soia importata, e usata anche per alimentare la filiera dei nostri prodotti tipici".