Riconoscimento Unesco per Langhe, Roero e Monferrato rimandato forse al 2013

25/05/2012

Il riconoscimento Unesco per i Paesaggi vinicoli di Langhe Roero Monferrato dovrà attendere ancora, almeno un anno.
L’esito ufficiale della candidatura era previsto per il 25 giugno prossimo, data in cui si riunirà a San Pietroburgo l’Assemblea generale dell’Unesco per decidere quali delle 33 domande presentate saranno accolte e quindi otterranno il riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità.
Invece, il vice presidente della Regione Ugo Cavallera con una comunicazione ufficiale diffusa in questi giorni ci ha tolto la suspense, anticipando la cattiva notizia.
Il gruppo di lavoro che ha elaborato la domanda a questo punto dovrà rivedere la strategia da adottare per ottenere l’ambito riconoscimento.
Senza dubbio, come sottolinea Laurana Lajolo su La Stampa, “Gli amministratori e gli estensori del progetto, privilegiando il taglio enogastronomico, hanno trascurato elementi essenziali: gli scrittori e i pittori che hanno fatto amare quel paesaggio, i luoghi di memoria contadina e di cultura materiale, gli edifici di pregio e i monumenti che connotano città e paesi, gli itinerari letterari, il fitto tessuto di eventi culturali anche di taglio innovativo. Non si è messo in evidenza a sufficienza che le vigne e il vino, oltre che produzione, sono storia e leggenda, antichi saperi, emozioni letterarie e artistiche, ricerca scientifica e qualificazione tecnica”. E scrive ancora: “Non si sono fatte promozione e comunicazione efficaci”.
Dalla trentina di pagine stilate dall'"International council on monuments and sites" emerge che i confini dell’area vanno rivisti, in quanto la stessa è considerata troppo vasta e, a tratti, disomogenea. Un appunto bizzarro dello stesso ente è quello secondo cui il vitigno moscato bianco non sarebbe autoctono del Sud Piemonte, ma di una ampia fascia di Sud Europa. L'International council sostiene infatti che il vitigno Moscato “è presente in forme genetiche molto vicine in tutto il bacino del Mediterraneo”, come a dire che sarebbe meglio escludere la zona del Moscato dal paesaggio vitivinicolo da riconoscere come patrimonio dell'umanità.
Almeno, a consolazione, per i nostri vigneti resta la certezza di non essere stati esclusi dalle candidature. È necessario però, secondo la nostra associazione, che il messaggio del progetto sia fortificato e arricchito delle molteplici sfaccettature, che sicuramente appartengono al paesaggio di queste nostre terre.
Insomma, come fanno gli agricoltori in questo periodo, ci aspettiamo che si rimbocchino le maniche per ottenere buoni frutti il prossimo anno.