In breve del 27 Maggio 2013

27/05/2013

L’Italia dice no alle coltivazioni OGM
Martedì 21 maggio 2013 l’assemblea del Senato, al termine della discussione delle mozioni sulle colture geneticamente modificate, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno presentato dai senatori Di Maggio (SCpI), Ruta (PD) e Ruvolo (PdL) che “impegna il Governo ad avviare, a salvaguardia della salute, dell'ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano, il procedimento di adozione della clausola di salvaguardia; a rafforzare l'azione di monitoraggio e controllo, con il coinvolgimento del Corpo forestale dello Stato, al fine di evitare contaminazioni tra colture geneticamente modificate e non e di verificare l'eventuale presenza di sementi transgeniche non autorizzate; a sostenere con forza il settore della ricerca scientifica pubblica al fine di salvaguardare l'agricoltura biologica”. L’ordine del giorno impegna anche il Governo “a potenziare la ricerca scientifica pubblica in materia agricola e biologica e, in caso di OGM, in ambiente confinato di laboratorio”, escludendo perciò la possibilità di sviluppare la ricerca sugli OGM in pieno campo.
In sostanza l’Italia dice no alle coltivazioni transgeniche. In Italia (dati del censimento 2010) si coltivano 4.721.000 ettari di seminativi, ovviamente tutti OGM-free. Secondo il rapporto pubblicato dall’ISAAA International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications nel mondo dal 1996 al 2012 si è passati da da 1,7 milioni di ettari coltivati con OGM a 170 milioni di ettari nel 2012. La crescita tendenziale è del 10% all’anno. I Paesi in cui si coltivano piante geneticamente modificate sono 28 (20 Paesi in via di sviluppo e 8 industrializzati). Oltre l’80% della soia e del cotone mondiale sono OGM. Il 35% del mais mondiale è OGM. Questi i principali Paesi che producono OGM: USA (69,5 milioni di ettari, colture di mais, soia, cotone, colza, barbabietola da zucchero, erba medica, papaia, zucchine); Brasile (36,6 milioni di ettari, colture di soia, mais, cotone); Argentina (23,9 milioni di ettari, coltivazioni di mais, soia, cotone); Canada (11,6 milioni di ettari, colza, mais, soia, barbabietola da zucchero); India (10,8 milioni di ettari, cotone); Cina (4 milioni di ettari, cotone, papaia, pioppo, pomodoro, peperone); Paraguay (3,4 milioni di ettari, soia, mais, cotone); Sud Africa (2,9 milioni di ettari, mais, soia, cotone); Pakistan (2,8 milioni di ettari, cotone); Uruguay (1,4 milioni di ettari, soia, mais). Questa la top ten. Seguono poi i seguenti Paesi: Bolivia (1 milione di ettari, soia), Filippine (0,8 milioni di ettari, mais), Australia (0,7 milioni di ettari, cotone e colza), Burkina Faso (0,3 milioni di ettari, cotone), Myanmar (0,3 milioni di ettari, cotone), Messico (0,2 milioni di ettari, cotone, soia), Spagna (0,1 milioni di ettari, mais).


Per la Corte di Giustizia europea gli OGM si possono seminare
La Corte di Giustizia Europea, come fa anche rilevare La Stampa in edicola questa mattina ha affermato che le autorità italiane non possono imporre un ulteriore procedura di autorizzazione per la messa a coltura in Italia di mais OGM (il Mon810) già autorizzato dall’Ue in virtù di procedure comunitarie. E non possono sanzionare penalmente colui che non vi si adegua.

 
IMU: Per la prima rata ok ad aliquote e detrazioni 2012
Con circolare del dipartimento delle Finanze – informa il sito dell’Agenzia delle Entrate -  arriva il via libera all’attuazione anticipata dell’emendamento al decreto “sblocca debiti”, in fase di conversione in legge. La prossima scadenza dell’Imu è fissata per il 17 giugno (il 16 cade di domenica). Il dipartimento Finanze del Mef, con la circolare 2/DF del 23 maggio, nel rispondere ad alcuni quesiti, precisa che il versamento della prima rata potrà essere calcolato in base all’aliquota e alle detrazioni in vigore per lo scorso anno, ancor prima dell’approvazione definitiva della modifica normativa proposta al DL n. 35/2013, che dovrà essere convertito in legge entro il 7 giugno.

 
Il bel tempo? Dalla fine della prossima settimana
Fulvio Romano sulla Stampa di questa mattina ricorda il detto popolare “Il Corpus Domini l’avrìa da seché la föjaa l’ômbra”, ma quest’anno, due mesi dopo Pasqua, il caldo non ce la farà a far appassire foglie e fiori recisi per la processione del “baldachìn”. Secondo i meteorologi solo alla fine della prossima settimana avremo un po’ di estate grazie al ritorno dell’Anticiclone delle Azzorre; fino ad allora variabilità fresca e a tratti piovosa dominerà sul Nord Ovest. Nel pomeriggio di domani sono previsti temporali, piogge e nevicate al di sotto dei 2000 mt sulle Alpi settentrionali, con il Basso Piemonte più al riparo. Mercoledì ancora temporali e poi, dopo un paio di giorni sereni ma freschi, ci aspetta un fine settimana segnato da piogge venerdì notte e da una diffusa nuvolosità temporalesca domenica.
Anche il quotidiano Repubblica in edicola questa mattina fa il bilancio di questa pazza primavera.