Boom delle iscrizioni ad agraria

30/07/2011

Facoltà di Agraria superstar tra i giovani. Una scelta che pare confermata dai primi riscontri anche per il prossimo anno accademico.
Lo rileva Confagricoltura, sottolineando come il motivo di questa nuova tendenza sia soprattutto una questione occupazionale: per quasi il 60% dei giovani laureati, infatti, c’è un lavoro pronto entro un anno dalla laurea.
Il record è stato segnato all’Università di Palermo, dove lo scorso anno accademico, gli aspiranti agronomi hanno avuto un vertiginoso
aumento del 93%. Seguono Bari (+30%), Napoli (+27%), Milano (+23%), ma sono stati registrati aumenti considerevoli anche a Bologna, Padova e Perugia.
Tutto ciò non è certamente un caso, come attestano i primi dati del sesto censimento generale dell’agricoltura: il rinnovamento del settore parte dall’aumento delle imprese condotte dai giovani, che diventano più grandi e più “rosa”, testimonianza della crescita dell’interesse per l’agricoltura anche nella nuova imprenditoria femminile.
Una ricerca del Censis per Confagricoltura sulle imprese destinate a diventare di punta nel made in Italy agroalimentare ha peraltro tracciato l’identikit dell’imprenditore agricolo del futuro: meno di 40 anni, colto, innovativo e orientato al mercato internazionale. Persegue il miglioramento qualitativo della produzione attraverso la diversificazione varietale e la sperimentazione di nuove cultivar o razze. Il giovane imprenditore “vincente” è curioso, tende a sperimentare per valorizzare e mettere in pratica l’enorme contributo della ricerca scientifica al mondo agricolo. Dimostrazione ne è il fatto che le aziende più remunerative sono guidate da “under 40”.
Si comincia dunque ad intravedere un nuovo futuro agricolo per l’Italia. D’altronde lo spazio c’è: secondo la ricerca del Censis, dal
40 al 70% dei figli degli imprenditori di Confagricoltura rimane a gestire l’azienda. E questa percentuale cresce seguendo la solidità
economica dell’impresa.
Ma cosa si aspettano i futuri leader agricoli dalle istituzioni? Innanzitutto rafforzare le politiche di insediamento e battere la burocrazia, ma anche stimolare la ricerca applicata, incentivare gli investimenti produttivi innovativi e la produzione di bioenergie e biocarburanti.