In breve dell'8 Luglio 2014

08/07/2014

Risicoltori mobilitati
Confagricoltura e Cia delle principali province risicole, con l’adesione delle industrie risiere (AIRI), delle riserie artigiane (Confartigianato) e delle associazioni dei mediatori, sollecitano la Commissione europea, che sarà chiamata a pronunciarsi sul dossier (alla cui definizione le stesse organizzazioni hanno contribuito), che sarà a breve presentato a Bruxelles dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), a introdurre la clausola di salvaguardia ai sensi delle disposizioni del Regolamento Ue n. 978/2012  per porre un limite quantitativo alle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia..

Per sottolineare lo stato di disagio dei risicoltori e ricordare ai rappresentanti politici in Europa l’urgenza di salvaguardare la risicoltura, il mondo agricolo scenderà in piazza nelle principali Borse merci delle province risicole, nei giorni lunedì 14 luglio a Novara, martedì 15 a Vercelli al mattino e a Milano nel pomeriggio, il 16 a Pavia e venerdì 18 luglio a Mortara.

Ampi servizi sulla Stampa in edicola questa mattina.

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Il mercato dei cereali e dei semi oleosi (Newsletter Cereali - L’Informatore Agrario)
La persistenza di condizioni meteorologiche buone sia in Europa sia in Nord America fa sì che i mercati siano sempre più influenzati dalle previsioni ottimistiche del prossimo raccolto, che segnalano prezzi bassi, ma stabili.

Anche in Italia, ad eccezione del frumento duro per il quale i giochi sono ancora aperti, le quotazioni restano stabilmente basse. Lieve rivalutazione del dollaro rispetto all’euro (venerdì 1,36 dollaro/euro).

Dopo quella di Bologna ha ripreso a quotare anche la borsa merci di Milano. Il frumento tenero panificabile nazionale riparte a 195,50 euro/t; stesso prezzo anche per il biscottiero. A Bologna il fino resta invariato a 195 euro/t, mentre sono uscite le prime quotazioni per le qualità superiori: frumenti di forza a 218,50 euro/t, panificabili superiori a 202 euro/t. Non è proprio un esordio incoraggiante, ma d’altronde i continui ribassi delle piazze internazionali delle scorse settimane lasciavano poche speranze. Invariate le farine, mentre i sottoprodotti registrano un leggero calo (da 2 a 6 euro/t).

Sul Matif il future di novembre ha chiuso venerdì a 184,50 euro/t, dopo una settimana abbastanza tranquilla. Stessa cosa a Chicago: il future di settembre giovedì (venerdì i mercati erano chiusi per la festa del 4 luglio) quotava 597,4 cent/bushel. Insomma, nel breve periodo non ci sono molte speranze di recupero, mentre le scadenze del 2015 registrano prezzi leggermente superiori a quelli attuali.

A Rouen il prezzo fob per pronta consegna oscilla tra i 182 e i 183 euro. Stessi prezzi anche per la merce del nuovo raccolto «base luglio».

Se il mercato nazionale del mais resta stabile, dall’estero giungono segnali contrastanti ma tendenti al ribasso. Sono rimaste invariate le quotazioni per il mais nazionale: Milano 189,50 euro/t, Bologna 197 euro/t.

A Chicago il future di settembre ha subìto lunedì scorso un vero e proprio crollo: -20 cent/bushel.

È partita subito la corsa alla vendita di titoli, che ha fatto sì che giovedì l’ultima quotazione abbia chiuso a 409,4 cent/bushel.

È il prezzo più basso in assoluto dagli inizi dell’anno. Il Matif è andato invece in controtendenza: il future di agosto è partito lunedì scorso a 170 euro/t per chiudere venerdì a 171 euro/t.

Il mercato francese per pronta consegna resta fiacco, venerdì la chiusura è stata di 169 euro/t fob Bordeaux, con una perdita di 3 euro/t rispetto a lunedì scorso.

L’orzo nazionale resta invariato: a Milano la quotazione è di 177,50 euro/t (171,50 l’orzo leggero), a Bologna 182 euro/t.

In Europa la pressione degli orzi del Mar Nero ha fatto calare leggermente i prezzi in Francia (155 euro/t l’ultima quotazione a Rouen), ma le rese in Russia si preannunciano molto basse, per cui l’effetto ribassista potrebbe essere limitato.

Il mercato dei semi oleosi non promette bene per il prossimo raccolto. A Chicago i futures di tutte le scadenze sono fortemente in calo; in particolare settembre 2014 ha perso oltre 13 cent/bushel giovedì scorso chiudendo a 1.166,4 cent/bushel. L’Usda stima una disponibilità per la campagna 2014-15 di 471,8 milioni di tonnellate, da attribuirsi quasi per intero al nuovo raccolto estivo.

Stessa cosa avviene per la colza a Parigi, che è scesa a 337,75 euro/t. La tendenza, sia per la soia che per la colza, è di sbarazzarsi quanto prima dei titoli indipendentemente dalla loro scadenza.

Questa situazione non poteva rimanere senza conseguenze per il mercato nazionale: a Milano i semi di soia perdono 5 euro/t (426,50 euro/t), a Bologna 3 euro/t (414,50 euro/t).

In base alle rilevazioni dell’Ente Risi alla fine di giugno il collocamento di risone si attesta all’87,2% della disponibilità a fronte dell’85,3% dello stesso periodo dello scorso anno. Nessuna variazione per le quotazioni rilevate alla Borsa Merci di Vercelli. Il Balilla, Centauro e similari sono quotati da 260 a 265 euro/t, il Selenio e similari da 270 a 280 euro/t, il Taibonnet, Sirio, Gladio e similari da 210 a 220 euro/t; non quotate le altre varietà.

L’import totale di questa campagna è pari a 844.670 t, base riso lavorato, in aumento del 17,6% rispetto all’annata precedente; le esportazioni sono in aumento del 19,1%.

A preoccupare i risicoltori sono soprattutto le importazioni a dazio zero dai Paesi asiatici EBA (everything but arms, tutto tranne le armi); dalla Cambogia, in particolare, le importazioni sono salite del 60% rispetto all’anno scorso e la filiera (Agrinsieme, col sostegno di mediatori e industriali) ha indetto una settimana di mobilitazione dal 14 al 22 luglio, con il blocco delle contrattazioni alle Borse Merci.

A livello internazionale si segnalano in aumento il Thai 100% B (430 dollari/t con un aumento di 20 dollari/t), l’India 5% (+ 20 dollari, con prezzo fissato a 435 dollari/t), il Pakistan5% (440 dollari/t, +5 dollari), il Pakistan 25% (390 dollari/t, +5 dollari). In flessione l’Usa LG 2/4% (557 dollari/t, -16 dollari), l’Argentina 5% (620 dollari/t, -5 dollari) e l’Uruguay 5% (625 dollari, -5 dollari).