Page 4 - aratro11-2013

This is a SEO version of aratro11-2013. Click here to view full version

« Previous Page Table of Contents Next Page »

dicembre 2013

Viaggio nel labirinto della burocrazia

Le regioni per stilare i piani di sviluppo rurale impiegano 9 kg di carta

L’

Academy di Confagricoltura del 12 novembre è stata incentrata sul tema della burocrazia. “Troviamo la via d’uscita! Viaggio nel labirinto della buro-crazia”, questo il titolo emblematico del-l’evento che si è svolto a Roma e che ha visto la partecipazione di protagonisti del mondo istituzionale, di quello imprenditoriale e di-rigenziale del sistema Confagricoltura, oltre ai rappresentanti della stampa. Nel corso della mattinata sono stati tanti i punti su cui si è riflettuto: la problematicità legata al nu-mero di PSR in Italia (praticamente uno per ogni regione), la lunghezza degli stessi (fino a 2000 pagine in alcune regioni); la neces-sità di ricondurre tutti i PSR ad un unico standard o almeno a tre, quattro modelli che tengano conto della varietà e dell’eteroge-neità delle diverse esigenze regionali; l’al-trettanto urgente necessità di un coordina-mento costante e sistematico tra Stato, Re-gioni e Comuni; la partecipazione delle or-ganizzazioni di rappresentanza ai tavoli di concertazione in cui si decidono le misure per la semplificazione, perché l’agricoltura è un settore in cui le complicazioni burocra-tiche sono forse più aberranti che in altri. Sono state avanzate anche delle proposte precise al Ministro per la Pubblica Ammini-strazione e la Semplificazione Giampiero D’Alia , nonché al coordinatore degli asses-sori regionali all’agricoltura, Fabrizio Nar-doni . Sono state altresì sollecitate soluzioni anche da parte loro e del Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimen-tari e Forestali, Giuseppe Castiglione , e al sindaco di Novara, Andrea Ballarè , membro dell’Ufficio di Presidenza dell’ANCI. Il tema della burocrazia oggi nel nostro Paese è am-piamente dibattuto e – a ragione pur-troppo – fonte soprattutto di lamentele. Par-larne in modo costruttivo, cogliendone in certi momenti persino gli aspetti esilaranti, rilevarne i fattori critici, ma allo stesso tempo arrivare a delle proposte di soluzioni, non era affatto scontato. Questo era l’obiet-tivo che Confagricoltura si era data con l’ Academy, e si può dire pienamente rag-giunto con la sessione di lavori. Confagricol-tura è uscita da questo incontro con le idee ancora più chiare, con delle promesse da parte degli interlocutori politici che si sono impegnati a procedere nella direzione ri-chiesta dalla Confederazione e con la deter-minazione più forte di prima a proseguire la sua battaglia per la semplificazione norma-tiva e la riduzione degli oneri per le imprese.

“L’imprenditore agricolo tragicamente si perde nel labirinto della burocrazia; la man-cata semplificazione è la prima causa della non competitività delle imprese italiane, viene ancora prima della carenza di infra-strutture”. Lo ha evidenziato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi chiudendo i lavori dell’Academy della sua Organizza-zione, tutta focalizzata sul ‘problema dei problemi’, come l’ha definito.

Secondo i dati presentati da Confagricoltura all’Academy, due giornate alla settimana, ovvero cento giornate all’anno, sono dedi-cate dagli imprenditori agricoli alla gigan-tesca macchina burocratica.

“Mancata semplificazione normativa, lun-gaggini burocratiche, bassa qualità dei ser-vizi pubblici e onerosità degli adempimenti, controlli asfissianti e non coordinati, co-stringono l’imprenditore a dedicare cento giorni all’anno per far fronte ad una mole di carte, timbri, procedure, sottraendo così tempo e denaro ai compiti prioritari di un’impresa – ha osservato ancora il presi-dente di Confagricoltura -. I nostri impren-ditori dovrebbero impegnare tutte le loro energie, ancor più nei periodi di crisi, a fare business e ad esportare a prezzi concorren-ziali, a mantenere occupazione e non a com-battere con i burocrati”.

La burocrazia ‘pesa’, nel senso letterale del termine. Ad esempio i Piani di sviluppo ru-rale italiani (PSR) – che sono il simbolo della complicazione burocratica - sono com-posti in media da 600 pagine più una serie

di allegati di varia natura che oscillano tra le 800 e le 1600 pagine, che bisogna necessa-riamente conoscere se si vuole beneficiare delle misure. Per un peso complessivo tra 4 e 8,5 Kg di carta, senza quantificare tutti i do-cumenti attuativi, i bandi per la presenta-zione delle domande, i documenti modifi-cativi e integrativi.

Guidi ha ricordato i ‘pilastri’ dell’azione per rilanciare il settore agricolo: il potenzia-mento dell’export, l’accesso al credito, l’in-cremento della ricerca e dell’innovazione, il coordinamento delle politiche europee, na-zionali e regionali mettendo al centro l’atti-vità imprenditoriale. “Ma prima di tutto serve – ha aggiunto – uno Stato che sia il primo collaboratore e non l’affossatore dell’attività imprenditoriale. È dannoso e controproducente uno Stato che mostra solo il lato duro e vessatorio (incremento degli oneri fiscali e previdenziali, controlli op-pressivi, procedure complicate, dispendiose) e non quello collaborativo, che faciliti e non pregiudichi. Che semplifichi e si fidi delle imprese, non dimenticando che sono esse che danno occupazione, crescita e ripresa”. Il presidente Guidi ha quindi evidenziato le proposte della sua Organizzazione: taglio delle funzioni per tagliare le spese della bu-rocrazia (da sempre, ad esempio, Confagri-coltura si è espressa per l’abolizione delle Province); sportelli unici Inps, Inail, Asl, Agea, Ispettorati Agrari, Uma, Guardia Fore-stale (che vuol dire anche controlli accor-pati); semplificazione procedurale e supera-mento delle lungaggini che si traducono in un danno (si pensi ai contributi della Pac ai produttori, che vanno erogati celermente, e poi alle pratiche per i progetti dei Piani di sviluppo rurale).

“Alcuni nostri imprenditori hanno raccon-tato oggi le loro vicende, i loro drammi, il loro vivere nel labirinto senza trovare la via d’uscita; questo Stato ha il bandolo della matassa, il famoso filo di Arianna, ma fa di tutto per nasconderlo – ha concluso Mario Guidi - . È devastante e, se mi permettete, anche vergognoso sentire che un’azienda sia costretta ad alzare la bandiera bianca della resa, a chiudere e licenziare perché ha sba-gliato a pagare al fisco un euro a dipendente e l’Amministrazione non ha trovato il modo per regolarizzare la sua posizione. Ma è questa l’amministrazione pubblica di cui ab-biamo bisogno? Di cui hanno necessità le imprese?”.

C.B.

aratro N 11-2013 ok_Layout 1 11/12/13 18.02 Pagina 4

Page 4 - aratro11-2013

This is a SEO version of aratro11-2013. Click here to view full version

« Previous Page Table of Contents Next Page »